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RULLANTI / SNARE DRUMS

Daniele Picchi in concerto Ascolta / Listen to:
  • Drums Solo
    Tamburi in alabastro: Daniele Picchi - Basso elettrico in alabastro: Federico Marchesano
    [recorded live in Volterra]
  • Fescev (trad. Rom)
    Ensemble dell'Alabastro Sonoro
    Tamburi in alabastro: Daniele Picchi - Chitarra elettrica in alabastro: Claudio Lodati
    Basso elettrico in alabastro: Federico Marchesano - Flauto traverso in alabastro: Marco Giaccaria

    [recorded live in Volterra]
  • Rock'n'Roll (Toncelli - Borghi - Salvadori)
    Tamburi in alabastro: Gabriele Borghi - Chitarra elettrica in alabastro: Stefano Toncelli
    Basso elettrico in alabastro: Bruno Salvadori
    - [recorded live in Volterra]
 

Daniele Picchi scrive della sua esperienza con l'Alabastro Sonoro:

Rullanti in alabastro sonoro

Tutto è iniziato, non a caso, in un bellissimo angolo di mondo alle pendici della splendida Volterra.
Il posto si chiama Lischeto ed il proprietario, Giovanni Cannas, è un amico che io e Giorgio abbiamo in comune.
L'incontro, non casuale, tra il maestro Pecchioni e Daniele Picchi, scaturisce subito una grande curiosità e voglia di sperimentare l'idea di base...costruire un rullante con un fusto di alabastro sonoro.

Mi sono convinto delle potenzialità che poteva avere lo strumento solo dopo aver testato il suono di un Djembè,tutto in alabastro, che Giorgio aveva nel suo showroom "Opusartis" di Volterra.
Lo strumento aveva una sua identità sonora oltre a mantenere le caratteristiche basilari di suono che caratterizzano un Djembè ed in più lo spettro delle frequenze basse era di ottima consistenza e qualità.

Il giorno seguente ci siamo messi al lavoro su un bel taglio di pietra di alabastro cercando, con gli strumenti a disposizione, di ottenere un fusto da 14" di diametro ed uno spessore tale da garantire una sufficiente robustezza dello stesso.
Sono immediatamente comparsi i primi problemi di lavorazione... non è affatto semplice ottenere un fusto dal "pieno" di un blocco di pietra!

Ragionando e riflettendo sulle soluzioni più intelligenti da prendere abbiamo ovviato ai primi problemi e siamo alla fine riusciti a staccare il fusto dal resto del blocco di pietra.
Dopo altre fasi di lavorazione sul fusto stesso abbiamo deciso, vista l'ora e la stanchezza, di lasciare l'opera a riposare fino al giorno seguente.

Con l'ausilio di un buon riposo e una bella colazione siamo rientrati nel laboratorio con un grande entusiasmo ed abbiamo ripreso il cammino.
Con la maestria che solo un vero artista possiede Giorgio ha ulteriormente affinato la superficie esterna ed interna del fusto e dopo una generosa lucidatura è finalmente comparsa l'anima del primo tamburo rullante [in alabastro] mai costruito dall'uomo nella storia.

Abbiamo così proceduto alla foratura per l'alloggio dei blocchetti e della macchinetta tendicordiera dopodichè è sorta a Giorgio una domanda spontanea: -"Ma un rullante o un tamburo in genere deve avere uno sfogo per l'aria?"-.
Alla mia risposta affernativa Giorgio ha risposto: -"sta a vedere ora cosa ti faccio!"-.
In un batter d'occhio ha preparato un pezzetto di Alabastro Agata che si è andato ad incollare sul foro di sfogo dell'aria... una meraviglia!

In poco tempo abbiamo fissato i blocchetti ed il restante hardware sul fusto e poi le pelli e poi i cerchi e poi... l'adrenalina saliva a dismisura, la curiosità e la voglia di suonarlo erano incontenibili!

Già mentre accordavo lo strumento mi rendevo conto che il suono era bello e particolare, la risposta molto precisa e sensibile da parte della cordiera.
Appena raggiunta una tensione accettabile su entrambe le pelli ho finalmente iniziato a suonare ed il suono era eccezionale a prescindere che usassi bacchette, spazzole o mallets.

Il Rim shot di questo strumento é molto secco e preciso ed è una delle particolarità che più mi ha colpito oltre alla grande potenza di volume.
Un'altra qualità che caratterizza l'alabastro è l'eccezionale trasparenza e reazione a qualsiasi fonte di luce che produce un effetto scenico unico.

La qualità sonora di base dello strumento è data dall'omogeneità molecolare del fusto in pietra che consente allo strumento di avere una propria intonazione ricca di frequenze ed armonici.
Ho notato inoltre che l'accordatura delle strumento rimane costante anche in condizioni di variazioni climatiche e la generale tendenza di alcuni rullanti a "mollare" la tensione delle pelli non si è finora verificata.

Cosa dire di più? ...il resto si dirà da sé!

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